Alberto Magnelli è un maestro dell’astrattismo internazionale e la mostra di Firenze ne vuol valorizzare il lavoro.
ALBERTO MAGNELLI. ARMOCROMIE
FIRENZE – Museo Novecento Piazza Santa Maria Novella, 10
Dal 11/11/2022 al 15/02/2023
Il Museo Novecento di Firenze, inaugurato nel 2014, è dedicato all’arte italiana del XX e XXI secolo e propone oltre ad una collezione permanente, mostre e cicli espositivi, installazioni e progetti speciali; la sede espositiva è l’antico spedale delle leopoldine di piazza Santa Maria Novella.
Dall’11 novembre 2022 al secondo piano del Museo del Novecento è allestita la mostra ALBERTO MAGNELLI. ARMOCROMIE, a cura di Eva Francioli.
La mostra si inserisce nell’ambito del progetto di valorizzazione delle opere e degli artisti presenti nelle collezioni civiche fiorentine.
Toscano di nascita e francese di adozione, Alberto Magnelli (Firenze 1888 – Meudon 1971) ha contribuito in maniera determinante alla diffusione di nuovi codici visivi nell’Europa del secondo dopoguerra.
Artefice di una lunga e incessante ricerca sul mezzo pittorico, a cavallo tra gli anni Dieci e gli anni Sessanta sviluppa un repertorio del tutto originale di forme e colori.
La sua formazione da autodidatta non gli impedisce di ritagliarsi un ruolo nell’arte del Novecento:
Nel 1909 partecipa alla Biennale di Venezia e importanti sono le sue amicizie e il confronto con le esperienze più innovative dell’arte internazionale, coltivato anche attraverso l’amicizia con i principali protagonisti della scena artistica e culturale parigina.
A Parigi si era recato con l’amico Aldo Palazzeschi nel 1914 e ha l’opportunità di conoscere direttamente i pittori e gli scrittori che gravitano attorno ad Apollinaire e a “Les Soirées de Paris”.
Frequenta sia gli italiani Papini, Soffici, Palazzeschi, Boccioni, Carrà, che personalità come Picasso, Léger, Jacob.
Un posto speciale sarà ricoperto da Jean Arp e dalla moglie Sophie, con i quali Magnelli condividerà importanti esperienze d’arte e di vita negli anni della Seconda guerra mondiale.
La mostra consente di riscoprire la complessa parabola creativa dell’artista, a partire dall’esposizione dell’intero lascito destinato dallo stesso Magnelli, in punto di morte, alla propria città natale, Firenze.
Il nucleo è esemplificativo della grande varietà di stili e tecniche sperimentati dal pittore nel corso degli anni.
Si va infatti dalle esperienze giovanili (in cui l’influsso della grande arte italiana del Tre e Quattrocento si combina alle suggestioni dell’avanguardia francese e alla passione per le linee primordiali dell’arte tribale) alle composizioni più mature, in cui Magnelli declina, con crescente consapevolezza, un personale linguaggio di tipo astratto.