A Gubbio le sculture sacre di Loriano Aiazzi

Per la sua prima personale in terra umbra, Loriano Aiazzi, ha scelto la bellezza medievale del capoluogo eugubino e del suo Museo Diocesano

 Gubbio Loriano Aiazzi

 

Sacra Fragmenta è visitabile dal 2 al 28 luglio

Tutti i giorni, a eccezione del lunedì, dalle 10,30 alle 18

 

Loriano Aiazzi, Carità, 2011
Loriano Aiazzi, Carità, 2011

 

Per la sua prima personale in terra umbra, Loriano Aiazzi, scultore dalla trentennale carriera, ha scelto la bellezza medievale del capoluogo eugubino e del suo Museo Diocesano, le cui severe sale duecentesche e la prestigiosa collezione di arte sacra costituiscono la quinta ideale per costruire un dialogo con opere contemporanee che del Medioevo mantengono la severa sobrietà.

Sacra Fragmenta, curata da Niccolò Lucarelli, con il patrocinio del Comune di Gubbio e dei Musei Ecclesiastici Umbri.

Otto sculture, collocate all’interno del percorso espositivo del Museo in un dialogo fra antico e contemporaneo.

Oderisi Nello Fiorucci, neoassessore alla Cultura, così saluta l’imminente evento: “Come assessore alla cultura di Gubbio non posso che esprimere la mia soddisfazione per la possibilità di ospitare negli splendidi ambienti del museo Diocesano, le opere di Loriano Aiazzi che potranno esprimere al meglio la loro intensità nel contrasto con le antiche pietre dell’ambiente che le ospiterà”.

Nelle parole del curatore, “si può apprezzare la “sublime povertà” del tratto scultoreo di Aiazzi.

A questa sobrietà formale se ne accosta una concettuale, scevra di suggestioni barocche, rivolta direttamente alla “nudità” dell’individuo, agli aspetti primordiali ed essenziali della sua anima e della sua psicologia, quel suo ammirato guardarsi sospeso fra Cielo e Terra, in un continuo bisogno di conoscersi.

Apice della mostra, il Cristo crocefisso, vicino al cuore di chi osserva per la sofferente, legnosa carnalità che esprime, per quel suo essere uomo fra gli uomini, fratello degli ultimi.

Il solido ginepro dell’aspra Corsica diventa la pagina scolpita di un ideale Vangelo laico, con tutto il peso della storia millenaria dell’umanità; la sfera blu, simbolo di saggezza, riposa su quell’omero che sembra squarciato, così come la lunga spina argentata trafigge il corpo per buona parte della sua lunghezza.

Terra e Cielo si fondono in quest’opera che unisce la spiritualità alla crudeltà, l’alfa e l’omega dell’essenza dell’individuo.

Due delle opere esposte sono concesse in prestito dalla Chiesa di Santa Maria delle Carceri di Prato.

 

L’inaugurazione avrà luogo il 2 luglio alle ore 17.

 

Nella sua trentennale carriera Loriano Aiazzi (Pistoia, 1955), affronta temi sacri e mitologici, indagando l’individuo in maniera attenta e profonda, con quella sublime essenzialità di tratto che lo avvicina ai maestri arcaici, etruschi e magnogreci.

Fra le mostre all’attivo, la Biennale di Venezia nel 2011, la personale al Palazzo della Regione Toscana a Firenze nel 2008, la collettiva Immagina presso l’Istituto di Cultura Italiana di Colonia nel 2012, e la doppia personale con Sergio Monari alla Regione Lombardia, a Milano, nel 2018.

Sue opere a carattere sacro si trovano in numerose chiese toscane e al Museo Francescano di Gerusalemme.

 

Gubbio Loriano Aiazzi
Gubbio Loriano Aiazzi

 

 

Loriano Aiazzi, Carità, 2011 (2)
Loriano Aiazzi, Carità, 2011 (2)
FEDERICO GAROLLA. Gente d’Italia. Fotografie 1948 – 1968
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