#43 Luca Meda l’Architettura e la città

- LUOGO: VENEZIA - UNIVERSITA’ di ARCHITETTURA IUAV

- INDIRIZZO: Mostra online permanente

Dopo la scheda n.42 che era dedicata ai progetti si arredamento, una nuova scheda su Luca Meda, dedicata alle architetture in rapporto alla città.

#43 Luca Meda l’Architettura e la città

 

Luca Meda, Torri Immaginarie, 1997-1998
Luca Meda, Torri Immaginarie, 1997-1998

 

PETIT TOUR è un’iniziativa dell’Archivio progetti dell’Università di Architettura (IUAV) di Venezia.

Nato nel 1987 come struttura del Dipartimento di Progettazione, l’archivio ebbe la sua prima sede presso il Masieri Memorial, palazzina affacciata sul Canal Grande, il cui restauro rappresenta l’unico intervento a Venezia del grande architetto americano Frank Lloyd Wright.

Il lavoro scientifico di conservazione e ricerca e Il crescente interesse degli studiosi per l’archivio hanno fatto negli anni la sua dimensione con sempre nuovi fondi archivistici, collezioni e miscellanee (nel 2020 erano circa 80 il cui catalogo è anche online: http://sbd.iuav.it/Cataloghi/Cataloghi-dedicati/archivi-di-architettura.html).

Oggi l’Archivio è inserito nel Sistema Bibliotecario e Documentale dell’Ateneo veneziano.

Nella sua attività costante di ricerca e valorizzazione l’Archivio presenta online pillole di architetti famosi, che stimolano il desiderio di approfondimento e di conoscenza, aiutano il lavoro di ricerca e concorrono ad incrementare la sensibilità dei nuovi architetti ai valori del costruire nel terzo millennio.

Si tratta di schede molto essenziali nel testo, con una adeguata documentazione fotografica e bibliografica.

La scheda n° 43 torna su Luca Meda e ai suoi progetti in cui il progetto d’architettura si confronta con lo sviluppo urbano della città.

Nato nel 1936, autodidatta, mai laureato in architettura anche se iscritto alla Hochschule für Gestaltung di Ulm tra il 1958 e il 1959, nei primi anni Sessanta Luca Meda sceglie di dedicarsi all’architettura insieme ad alcuni amici già impegnati nell’insegnamento, nella teoria e nel progetto: Giorgio Grassi, Gianugo Polesello e Aldo Rossi.

Con loro partecipa al tentativo di rifondazione del razionalismo, ormai riconosciuto in uno stato di crisi, attraverso la reinterpretazione della città.

Memoria collettiva cristallizzata nelle forme, quella città definisce una traiettoria per l’architettura a venire incentrata su una teoria che trova i suoi fondamenti in una storia urbana che è storia umana.

Tessuti, resti archeologici di città storiche, monumenti, città di fondazioni sono le forme che animano progetti di concorso e installazioni con la sola forza di geometrie elementari desunte da una tradizione urbana da cui è cancellato ogni retaggio stilistico.

L’interesse per la città continua a essere presente anche negli anni in cui Meda si dedica al disegno industriale e agli allestimenti, prima di tornare a progetti di edifici configurati con portici per stare “nelle strade di tante città”, con corti circolari o quadrate e piante a redans per creare nuove piazze, o in forma di torri per contemplare quel paesaggio urbano che fa da sfondo alla sua intera attività di progettista.

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