Una mostra dedicata alla vicenda progettuale del Memoriale in onore di Michelangelo, promosso nei primi anni Settanta, che vide impegnato l’architetto Giovanni Michelucci.
1972. Michelucci, Moore e Michelangelo. La vitalità del marmo
Il CARMI/ Museo Carrara e Michelangelo a Villa Fabbricotti ha inaugurato il 30 aprile la mostra 1972. Michelucci, Moore e Michelangelo. La vitalità del marmo, a cura di Marco Ciampolini ed Emanuela Ferretti.
La mostra, promossa e organizzata dall’Amministrazione comunale di Carrara, è dedicata alla vicenda progettuale del Memoriale in onore di Michelangelo, promosso nei primi anni Settanta, che vide impegnato l’architetto Giovanni Michelucci.
La mostra racconta un sogno ambizioso e immaginifico, che nasce a Carrara nel poliedrico contesto culturale degli anni Sessanta-Settanta, permette di far conoscere al grande pubblico una grandiosa idea, testimonianza di un significativo momento storico per la città e il suo territorio.
Tale progetto, concepito in una prospettiva rivolta al futuro e segnato da un dialogo serrato tra arte, architettura e scienza, può costituire ancora oggi una preziosa occasione di riflessione per il presente.
Il progetto nato per celebrare il rapporto di Michelangelo con Carrara è stato elaborato fra il 1972 e il 1975 da Giovanni Michelucci (Pistoia 1891- Fiesole 1990), figura di assoluto rilievo dell’architettura del Novecento.
Tra le sue opere famosa è la Chiesa dell’Autostrada del Sole, considerata uno dei capolavori italiani del periodo.
La proposta del maestro pistoiese – fra architettura e scultura, memoria e trasferimento di saperi, celebrazione delle maestranze carraresi e valorizzazione delle cave– si sarebbe dovuta arricchire con il coinvolgimento dello scultore Henry Moore (1898-1986), presenza significativa nell’area apuana fin dagli anni Cinquanta e che proprio nel 1972 era presente a Firenze con una grande mostra al Forte Belvedere.
Attraverso importanti prestiti, in particolare di opere mai presentate al pubblico, la mostra restituisce l’articolata e pluriennale evoluzione del progetto.
Vengono in particolare messe in evidenza connessioni inedite fra gli elaborati grafici di Michelucci, con oltre 150 disegni realizzati e il plastico del progetto in mostra, e le opere del Buonarroti, a testimoniare la ravvicinata e fertile riflessione dell’architetto sull’eredità del maestro.
In questo senso spicca la presenza del Dio Fluviale di Michelangelo nei disegni di studio di Michelucci che rivela il riconoscimento da parte dell’architetto del consolidato valore didattico della scultura acquisito nei secoli.
Tale nesso è evocato dall’inserimento in mostra del modello dell’opera michelangiolesca, appositamente realizzato in occasione del suo recente restauro (2017-2018).
Il percorso espositivo adotta diversificati media: disegni originali, stampe, modelli, fotografie e filmati multimediali.
Nello specifico vengono presentate video interviste eseguite per l’occasione, al professore emerito Giorgio Bonsanti direttore del recente restauro del Dio Fluviale (2018), e all’architetto Piero Micheli responsabile dell’allestimento della mostra di Moore del 1972.